Con questo post siamo felici di riportare le considerazioni di Carlo di CAMPI APERTI sulla sua esperienza fatta in sicilia per diffondere le idee di GENUINO CLANDESTINO.
Eccole di seguito:
"Io e la Michi siamo stati in sicilia a presentare, in diverse città, il documentario. In cinque giorni di permanenza abbiamo fatto quattro serate con la formula mercatino locale, proiezione e dibattito libero. Abbiamo dormito ospiti nelle case, mangiato a sbafo e ci hanno pagato pure il viaggio. Abbiamo incontrato molte persone assolutamente luminose. E' stato proprio bello.
Bloccati a palermo il giorno del ritorno causa neve a bologna compro il manifesto e becco un'articolo di guido viale. L'articolo di per se lo trovo un po confuso rispetto alla lucidità solita ma il sottotitolo mi fa venire una sorta di vertigine: "Idee per un nuovo soggetto politico". Cazzo! SOGGETTO POLITICO?! Dopo giorni di incontri e discussioni e profonda comprensione con molte persone mi appare improvvisamente chiaro che il lavoro di tessitura che abbiamo inizato non è solo una battaglia culturale, ma l'avvio di quella unità di donne e uomini (terra animali e piante) che provocherà la trasformazione del mondo. Wow!
Primo incontro: palermo, centro sociale z.lab
un centinaio di persone che guardano il documentario stretti stretti e in buona parte in piedi. Finito il documentario parte una discussione intensa che alla fine deve essere troncata per questioni di tempo. Noi non siamo in formissima per l'alzataccia e il viaggio.
Intervengono alcuni contadini con cui ci si intende subito. Chi fa agricoltura marginale capisce bene di cosa stiamo parlando. Capiscono bene e subito anche i "compagni" del centro sociale. I centri sociali in questa faccenda, e noi lo sappiamo bene, sono assolutamente strategici. Dovremmo riflettere su come coinvolgerli direttamente in g&c. Presente anche qualche esponente del movimento storico del bio (tecnici direi) che hanno messo un poco in discussione la critica alla certificazione burocratica e i nostri modelli produttivi. " non si possono cavare a mano le cipolle" ci dicevano questi. Poi un contadino del posto ci diceva che un anno, a mano, ne ha fatti due ettari di cipolle. Comunque ho dedotto che è meglio evitare di attaccare frontalmente la certificazione burocratica. Rischiamo di farci inutilmente dei nemici.
Secondo incontro: modica, in un locale bio e gas in costruzione
una trentina di persone. Qui niente "compagni" ma ragazzi che cercano strade nuove e persone che desiderano un'economia di giustizia. Diffusa, tangibile l'impressione che "così non può andare avanti". La discussione è stata pacata ma tutti erano molto incuriositi. Comunque anche a modica, come a ragusa e nelle città più piccole della sicilia stanno nascendo dei gas. Questa è una grande cosa. I gas, se non degenerano in cooperative di acquisto, costituiranno una base territoriale mica male (per fare anche altro). Anche l'autoproduzione e la sperimentazione di nuove tecnologie è una faccenda che interessa moltissimi. In sicilia ho capito più o meno cosa significa "transition town". Ebbene penso che, al di la di certi formalismi metodologici, questo movimento possa crescere e diventare una grande ricchezza. Comunque dobbiamo continuare ad avere grande attenzione alle autoproduzioni. La gente vuole costruire il cambiamento subito, si sente questa urgenza...
Terzo incontro: ragusa, sede gas e produttori fornitori
Una cinquantina di persone, tra cui molti agricoltori. Grandissima affinità e vibrazioni positive con tutti. Ragazzi che hanno iniziato a coltivare, altri che inizieranno. Purtroppo però la sicila è affetta dal cancro della permacoltura. Tutti quanti vogliono fare permacoltura e ovviamente non raccolgono una cippa. Questo potrebbe bruciare molti possibili produttori. Io e la michi ci immaginavamo un manifesto contro la permacoltura, "andare nudi a lavorar la terra" sarà il titolo. Scherzo, ovviamente!
Quarto incontro: catania, sede gas e produttori
Molte persone, cinquanta e più, e una stanzetta piccolissima. Metà della gente fuori. Era la quarta sera e eravamo così carichi che potevamo affrontare chiunque. Non ci sono state obiezioni sostanziali per cui ci siamo sbilanciati in una critica all'agricoltura meridionale: quello che si vede intorno a catania sono aranci aranci aranci a perdita d'occhio. Una enorme miniera a cielo aperto, di un prodotto che non vale niente, se non si hanno i canali per venderlo. E i gas locali, tutti i gas siciliani che abbiamo incontrato, mancano di ortaggi freschi. Per cui provocatoriamente abbiamo esortato i presenti a "fare meno arance e più finocchi". Chissà...
Totale estraneità al movimento dei forconi.
Una terra bellissima e noi l'abbiamo attraversata ospiti delle persone più simpatiche. Mica male.
ciao
Carlo"
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